PESA PIÙ UN POLLO O UNA LATTUGA?

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La terra su cui viviamo è come una bilancia. Una di quelle difficili però da equilibrare perché costituita da una miriade di piatti. Ne tocchi uno e si spostano tutti gli altri. Ci vuole un approccio scientifico per non far cadere tutto. Ma anche il buonsenso non guasta.

Il piatto della bilancia dove risiede il nutrimento umano è comunque quello che tende a sbilanciare tutto, perché è quello dove vengono messi gli elementi che togliamo da tutti gli altri piatti di questa complicatissima macchina che, per amor di sintesi, chiamiamo Natura.

È la Natura in senso stretto, e solo lei, che ci offre l’opportunità di nutrirci. Lei, con tutto quello che contiene. Inclusi noi umani, ricordiamolo.

Ora, tenendo a mente la metafora della bilancia, ma pensando al nostro modo di alimentarci, proviamo a fare una specie di gioco e vediamo come ce la caveremmo davanti ad una scelta basica, ma a mio parere illuminante.

Il terreno di gioco è questo: disponiamo di qualche metro quadrato di terra, acqua, semi e pulcini. Questo spazio dobbiamo decidere come farlo diventare la fonte della nostra alimentazione perché è l’unico che abbiamo a disposizione. Cosa facciamo? Come ci comportiamo?

Dobbiamo fare i conti con quello che abbiamo, con la nostra fame e con quanto tempo possiamo restare senza alimentarci, … perché siamo lontani da ogni altra soluzione comoda e pronta. E dovremo fare i conti pensando anche a quale e a quanto nutrimento ci serve per sopravvivere. E naturalmente anche alla frequenza con cui farlo.

Dobbiamo riflettere. Proviamoci.

Sarebbe avventato pensare di nutrirci sia di pulcini, sia di semi. Finirebbe tutto subito. Anche noi.

Immaginiamo allora che i pulcini potrebbero crescere condividendo con noi l’acqua e i semi e, tempo qualche settimana, potrebbero offrirci carne, uova, altri pulcini. Ma non avremmo vegetali con cui integrare quella pur importante fonte di nutrimento.

Come altra alternativa potremmo piantare i semi e, condividendo l’acqua, innaffiarli per poter disporre dopo alcuni mesi di una bella insalatina, dimenticandoci dei pulcini che nel frattempo saranno morti di stenti. Ma anche noi avremmo difficoltà a stare in piedi.

Potremmo allora pensare a una doppia via: bilanciare, condividere e suddividere sensatamente quello di cui disponiamo sia con i pulcini che con i semi, in un ciclo continuo dove l’uomo è necessariamente quello che manovra la bilancia cercando di mantenerla equilibrata riuscendo a disporre ciclicamente sia di vegetali che di proteine animali.

Cosa fareste voi? Mentre ci pensate, sappiate (ma lo sapete già) che l’ultima opzione indicata è quella che da tempo è stata scelta dall’umanità.

Pian piano, scientificamente, sperimentando, sbagliando, correggendo e progredendo continuamente nelle diverse tecniche per migliorare gli equilibri di “quella bilancia” e la qualità di quello che dai suoi piatti possiamo prelevare, siamo arrivati a usare ciò di cui disponiamo in modi certamente perfettibili, ma fino ad oggi ancora capaci di soddisfare le nostre necessità di sopravvivenza su questo pianeta.

Ora va detto che il gioco sta assumendo dimensioni più importanti e delicate, perché il numero di persone di questo pianeta cresce in modo esponenziale. È quindi il momento di rifare i conti per capire come combinare i diversi pesi in gioco in modo da soddisfare le universali esigenze di accesso al nutrimento, incluse quelle del mondo animale e vegetale, ma dando necessariamente priorità alle persone, evitando di strumentalizzare i diversi sentimenti e cercando di gestire gli egoismi e le irrazionalità generate dall’impreparazione e dalla mai sufficiente conoscenza del funzionamento di quella complicata bilancia.

Quel po’ di terra di cui disponevamo all’inizio del gioco, diventa sempre più difficile da gestire.

Non sono uno scienziato, ma ne seguo le ricerche filtrandole e aggiungendo una forte dose di buonsenso, e non mi stupirei se dagli studi in corso emergesse la necessità di costringere presto tutto il pianeta ad una dieta … come si dice … bilanciata. Più bilanciata.

Ne riparleremo. È inevitabile.

vedi anche:  https://www.lastampa.it/2019/05/20/scienza/cresce-il-consumo-globale-di-carne-e-il-re-il-pollo-ObZ8O3bOs06w5x80D77uHK/pagina.html

Pietro Greppi  – Ethical advisor

info@ad-just.it

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