COME NON SI FA INFORMAZIONE SUI POLLI

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“ … il mezzo tecnologico che determina i caratteri strutturali della comunicazione produce effetti pervasivi sull’immaginario collettivo, indipendentemente dai contenuti dell’informazione di volta in volta veicolata … tesi secondo cui “il medium è il messaggio” …”

Herbert Marshall McLuhan (1911 –1980) – sociologo, filosofo, critico letterario, professore canadese

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

 

Questo capitolo del blog è una reazione che ritengo necessaria.

Nasce spontaneamente dalla lettura di un articolo sugli allevamenti di polli uscito su Naturalmente del 28 maggio 2019 che più avanti pubblico e commento.

Prima però desidero fare delle precisazioni.

Chi volesse invece andare direttamente al contenuto del commento può farlo attraverso questo link:

I POLLI STANNO BENE

In un precedente capitolo

https://www.esempidaimitare.com/nutriamoci/2019/05/02/antibiotici-si-fanno-leggi-senza-leggere-e-si-informa-senza-informarsi/

ho fatto riferimento ai danni che un’informazione scorretta è in grado di produrre perché, come ogni altra informazione, ha comunque effetti sia sulla società nel suo complesso, sia sui comportamenti dei singoli.

Chi ha strumenti per pubblicare dei contenuti ha infatti un potere … che è quello di pubblicare appunto dei contenuti che saranno letti/sentiti/visti e provocheranno comunque un’opinione.

Qualunque mezzo di comunicazione fa infatti da cassa di risonanza anche ad una bugia se, volontariamente o meno, gli viene inserita. E questa, a causa del tipico tam tam dei vari media cui siamo esposti, può essere ritenuta attendibile soprattutto quando pubblicata da chi gode di buona reputazione e da che si ritiene abbia verificato l’attendibilità dei contenuti che divulga.

Diamo cioè per scontato che tutte “le notizie” siano vere. Ma sappiamo ormai che bisogna invece essere molto accorti per non “berci” acriticamente qualunque cosa. Perché qualunque contenuto, una volta divulgato, pianta radici il cui sviluppo non è dato conoscere finché la pianta non assume la sua forma adulta. Si tratti di una bugia o di una verità. E non è necessario discutere su quale delle due sia preferibile.

Ma ci sono livelli di responsabilità sia in chi costruisce contenuti sia in chi li trasmette.

Possiamo sorvolare sulla fondatezza di certe affermazioni quando si tratta di innocue ed evidenti stupidaggini assimilabili a barzellette, luoghi comuni, credenze popolari, oroscopi, superstizioni, pubblicità dichiarate come tali, etc..

Questo genere  di contenuti possiamo infatti leggerli e interpretarli con una certa dose di leggerezza per quello che sono realmente, grazie a quell’anticorpo chiamato consapevolezza.

Ma quando ciò che viene divulgato riguarda ambiti come quello delle nostre filiere alimentari, animali o vegetali che siano, allora diventa indispensabile e doveroso che chi crea quel determinato contenuto sia persona competente, responsabile e consapevole, che si informi, approfondisca, verifichi … soprattutto se giornalista di professione.

Chi intende informare, se non è a sua volta informato in modo corretto, produce solo l’amplificazione di informazioni che informazioni non sono.

Dopo queste necessarie premesse, passiamo ora a commentare l’articolo di Naturalmente seguendo questo link:

I POLLI STANNO BENE

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